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nuove sensazioni

Benvenuti a Stoccolma. Tutti continuano a ripetere questa frase. Guardo i sorrisi soddisfatti dei turisti e capisco di non essere più uno di loro.
“Beh, e tu dove starai? Io ho trovato un albergo che sembra proprio carino”
“In realtà oggi io mi trasferisco qui per un paio di anni, seguo un corso internazionale”
Il gelo, nemmeno fossimo sotto la tempesta di neve in pieno dicembre.
Vedi che dentro di loro battono due cuori: il primo è quello che d’istinto ti direbbe “ecco un altro costretto ad andarsene, che rabbia ma anche quante soddisfazioni” e il secondo invece è quello vero e proprio, che fa scudo al male e conserva le antiche emozioni.
Stoccolma mi ha accolto nella forma che ricordavo, pulita, schietta, puntuale, tranquilla, multietnica. Ripensando alla vita fino ad ora, neri, gialli, mulatti sono sempre stati l’eccezione nella mia vita. Qui, nel quartiere in cui vivo, la popolazione di maggioranza è mediorientale e sono io che rappresento la diversità. Noto gli sguardi sul metrò, percepisco lo stesso distacco di alcuni e la curiosità di altri. Cerchi di mischiarti ma non ci riesci, la lingua ti frega e le abitudini pure. Il mercato in piazza è lì tutte le mattine, con il suo carico di merci esposte, la fila in banca: sembra tutto normale, quotidiano.
Ma questo mondo non è ancora il mio: sono in quella fase di riluttanza, in cui il mal parlare del proprio paese si trasforma in un boomerang di mancanze e di rimpianti. Mi sento “a tempo determinato” (Benedetta quanto ti capisco), mi ripeto “2 anni” e calcolo veloce a mente quanto manca, fino al giorno in cui le cose si invertiranno e mi sentirò a casa. Fino ad allora di giorni e di notti ne passeranno e all’imbrunire penserò sempre al mio mare e a voi, amici miei, e non riuscirò di nuovo a trattenere le lacrime perché mi sentirò sconfitto.
Sconfitto per avere creduto di avere fatto la differenza, di essere stato migliore, di aver pensato per un attimo che il lavoro definisca l’uomo. Sono tutte frasi senza senso, dettate dalle emozioni che scorrono incontrollabili.
Al mattino non ci sono più famiglie, solo silenzi e una casa che forse casa non è: un dormitorio dotato di tutti i confort, dove il senso di famiglia è appeso a qualche gancio lasciato arrugginire. Non c’è più quotidianità, non c’è la magia di trovarsi a tavola e parlare con qualcuno, tendi l’orecchio alla televisione e capisci che parlano di cose che non puoi capire.
E’ questo lo sconforto dei primi giorni.
Ma sorrido, perché sta passando.

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DdN

Lo avevo promesso che qualcosa sarebbe cambiato. Da oggi questa spiaggia si sposta al nord e -per cercare di ambientarmi al meglio- prenderà il nome di "Diario del Nord".
Cercherò di raccontarvi come cambierà la mia vita e la mia mente, già provata da troppi input.
Spero di trovarvi sempre qui, il vostro fidato Matteo

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sand at night

Abbasso il finestrino, sento l’aria fresca -quella appena prima dell’alba- e socchiudendo gli occhi non penso ad altro.
Nella notte di luci e stelle, la spiaggia è la mia unica salvezza.
E’ estate, l’estate che conosce la mia pelle abbronzata, l’estate da passare in compagnia, facendo quelle sciocchezze lungo i viali assiepati di persone che si mischiano senza conoscersi.
In questi giorni mi sembra di vivere “le ultime cose”: l’ultima volta in discoteca prima della partenza, l’ultima alba vista in fila sulla statale sempre viva, l’ultima colazione–abbuffata dopo una notte di spensieratezza.
Sono tanti i particolari che rendono indimenticabili certe esperienze: con l’estate mi vedo bello per esempio.
L’abbronzatura fa scomparire le mie occhiaie, con i jeans, la camicia e i mocassini pronti ad essere presi in mano per sentire con i piedi il contatto con la sabbia che, nella notte, è la spiaggia dei desideri e il ristoro dei pensieri.
Mi lascio trascinare senza curarmi delle correnti, dei porti, di arrivo e partenza.

Non importa essere ma esserci.

[Ravenna-Bologna-Milano-Malpensa-Arlanda-Stoccolma]

Ripenserò a questi giorni, alle cicale, al sole che brucia dietro le fessure di una tapparella, alla sensazione e ai brividi del lenzuolo alle prime luci del giorno.
Penserò che –avendolo fatto- potrò sempre rifarlo.
Potrò sempre rifarlo?
E i giorni passeranno, innamorandomi nel e del freddo.
E i giorni passeranno, scaldando il cuore e l’anima di un dannato come me, che sa di avere tutto ma che non riesce mai ad apprezzarlo fino in fondo.
Mi aiuterete voi?

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living room

C’è una strada in mezzo al nulla tra il metallo parallelo e infinito di una ferrovia che spaventa e rumoreggia tra le cicale d’estate. Nessuna sa dove nasce ma qualcuno mormora che finisca “nel paese che sta morendo”.
Alcune case rimangono immutate con il passare del tempo in quella valle bagnata dalla nebbia, che si alza al mattino per soffocare con il sole e si adagia di nuovo a sera per rendere ogni vita indistinguibile.
“Back to the american sixties” si potrebbe dire varcando quella porta.
C’è una vecchia donna che dimentica ed è dimenticata, parla di cose che forse non conosce, di una dottrina che l’ha resa prima illuminata e poi schiava.
Un uomo instabile, “tremolante” come la candela che lo ingiallisce, chino su volumi e volumetti sullo Spirito, siede di spalle in quella stanzetta, il tempio della fede e della (non) ragione.
I colori opachi, in una sorta di biancoenero in movimento, sono nettamente separati ma indistintamente fluidi, come immiscibili fra loro. Ogni cosa è al suo posto, lucida, pura, al riparo da ogni turbamento.
Come la vita di queste due persone, una il rampicante dell’altro.
Le loro radici non sono note ma puntano in alto, troppo per poter comprendere la gioia della condivisione e di una vita. 


Perché chi non coltiva non può pretendere di raccogliere.


E’ come una finestra buia nel buio di una stanza abitata ma vuota.

E’ sufficiente una fotografia con otto volti sorridenti a donare vita ad una casa del terrore?
E che sorrisi sono? Sinceri, disonesti? Di interesse, tirati dalla paura?

They claim they know me,
they pretend they know,
but they don’t

Questo il sapore delle lacrime di rabbia? Versate in nome di cosa, per colpa di chi?
Che cosa significa?

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Is that how love looks like?

Happy b-day my sweetheart, for all the things I should have tell you, for all the things left unsaid, for all the feelings never shown.
A pledge to your beauty, to your smile and voice.
Once I'll be far away, I'll keep on remember how you called me "mylove" and everything will be alright.
Even sadness and regrets.

Because yes, I'll do have.

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-23

E' iniziato agosto, il mese delle vacanze, il mese del "stacco la spina perchè poi a settembre si ricomincia".
Ecco, io ad agosto, stacco e ricomincio.
Lista valigie in preparazione.
Lista pacchi da spedire anche.
Biglietto preso.
Casa trovata.
Cosa manca?